lunes, 26 de enero de 2015

[Jean-Marie GOURVIL – Dominique TRONC], éd., Rencontres autour de Jean de Bernières, 1602-1659

Mystique de l’abandon et de la quiétude, Mectildiana, Etudes et documents 2, Parole et Silence, Paris 2013, 596 p.

Per celebrare il 350° anniversario della morte di Jean de Bernières Louvigny, Jean-Marie Gourvil ha sollecitato il Centro di Studi Teologici e la parrocchia di St Jean di Caen (Calvados), per organizzare una giornata di studio attorno alla figura del mistico normanno e dei suoi amici. Questo colloquio ha avuto luogo il 13 giugno 2009. Nella presentazione della collana Mectildiana, il volume è presentato come “Atti del colloquio del sabato 13 giugno 2009 a Caen per il 350° anniversario della morte di Jean de Bernières, edito da Jean-Marie Gourvil e Dominique Tronc” (p.5). Ma “la presente opera è stata costruita completando molto il materiale raccolto in occasione del colloquio. Mentre alcuni autori intervenuti oralmente hanno successivamente rimaneggiato il loro testo, alcuni studi complementari sono stati chiesti ad altri conoscitori di Bernières, grandi simpatizzanti dei suoi scritti mistici. Non abbiamo voluto ristringere i loro approcci neanche quando previlegiano tal discepolo piuttosto che il maestro, per il fatto che danno adito anche al suo irraggiamento.” (p.11) Tutto questo forma questo grande volume, nel quale si trovano inevitabilmente delle ripetizioni.

L’opera si compone di quattro parti ineguali: 1) Inquadrare M.de Bernières (p.17-111); 2) Jean e i suoi amici spirituali (p.115-308); 3) Jean nel suo secolo (p.311-421); 4) Leggere Jean de Bernières (p.425-588).

La comunicazione di John A. Dickinson, titolare di una cattedra di Studi Canadesi: “Caen al tempo di Jean de Bernières e di François de Montmorency de Laval” p. 17-27 situa il contesto economico, culturale, intellettuale e religioso nel quale evolvono i nostri eroi. Il lungo articolo di Padre Joël Letellier, “ L’ambiente e la spiritualità di Jean de Bernières (1602-1659). Con alcune caratteristiche delle sue lettere, contenute nelle Opere Spirituali nel primo periodo della sua corrispondenza, 1641-1645”, p.29-111, tiene il posto dell’intervento del firmatario di queste righe su “Jean de Bernières nel suo tempo e nella sua città”. L’ampiezza dell’erudito lavoro di padre Letellier, direttore della Collana Mectildiana e postulatore della causa della Serva di Dio Mectilde del Santissimo Sacramento, permette un larghissimo e assai informato panorama. Eppure faremmo sistematiche correzioni (p.39-43) a riguardo di Jean-Baptiste di Saint-Jure in Jean-Baptiste SAINT-JURE, e p.39, verrà riportata al 1611 la data di fondazione dell’Oratorio di Pierre de Bérulle.

La seconda parte è dedicata agli amici spirituali. Madame Isabelle Landy-Houillon, dell’università di Parigi VII, ci intrattiene su “La presenza di Jean de Bernières negli scritti di Maria dell’Incarnazione e di suo figlio Dom Martin” (p.115-132). “Una impresa temeraria quanto ambigua, perché se la presenza letterale di Monsieur de Bernières nei testi conservati, manifestata nel suo nome proprio, è a conti fatti alquanto sottile, la parentela spirituale che univa i tre protagonisti è in compenso evidente, e l’allontanamento delle persone non fece altro che favorire lo scritto e la circolazione, al di là dell’oceano, della più alta spiritualità” (p.117). Un’avventura: nel febbraio del 1639, Jean de Bernières e una ricca vedova d’Alençon, Madame de la Peltrie, con cui si suppone sia appena sposato, vengono a Tours a trovare Marie Guyart dell’Incarnazione per condurla all’imbarco a Dieppe – con le sue compagne – con destinazione il Canada il 4 maggio seguente.

Bernières rimane in Francia, per garantire il finanziamento grazie alle rendite di Madame de la Peltrie. È alla spiritualità e al suo linguaggio che Madame Landy-Houillon mette la sua attenzione: umiltà e umiliazione, acquietamento e quiete, i giri concessivi che dicono un nulla capace di Dio, una contemplazione raggiante nella carità.

Dom Thierry Barbeau si rifà a “ Un discepolo sconosciuto di Jean de Bernières: il beato François de Laval, primo vescovo di Québec (1623-1708) (p.133-171). Un abbozzo biografico di François de Laval (p.135-143) precede la relazione sul soggiorno all’Ermitage e sulla direzione spirituale di Jean de Bernières (p.144-153). L’ultimo terzo dell’articolo sottolinea l’eco di questa formazione nell’opera pastorale di François de Laval e nella fondazione del seminario di Québec (p.153-171).

Monsieur Bernard Pitaud, p.s.s., studia “La corrispondenza spirituale tra Jean de Bernières e Madre Mectilde del Santissimo Sacramento “ (p.173-269). Dal 1642 alla morte di Bernières nel 1659, la corrispondenza tra l’eremita di Caen e la fondatrice è stabilita principalmente a partire da due opere, l’una manoscritta, La Vie de la vénérable Mère Catherine Mechtilde, di Mlle Gauthier de Vienville, nipotina di Madre Mectilde, e l’altra pubblicata a Parigi nel 1677, Les Œuvres spirituelles de M. de Bernières-Louvigny ou conduite assurée pour ceux qui tendent à la perfection. Prima di studiare l’evoluzione della vita spirituale della Madre Mectilde (p. 217-269), B. Pitaud sottolinea il carattere frammentario del documento, sforzandosi di analizzare il tipo di relazione spirituale tra i due corrispondenti nel corso degli anni e del succedersi degli altri direttori (p.178-216). Alcune date sarebbero le benvenute per non fuorviare il lettore, v.g.,1643, pag.179, 1646 alle pp. 190-191, e 1647 alle pp. 193 e 195. Viene messa in evidenza la “piccola via” di Madre Mectilde, il “piccolo sentiero segreto”: “ Non trovo che Dio solo per un totale sostegno e che in lui, trovo la mia sola sufficienza”. (p.269)

La terza parte è inaugurata da Jean-Marie Gourvil “Jean de Bernières nella storia sociale e spirituale dell’epoca moderna” (p.311-379). Un vasto quadro biografico (p.311-330), una messa in situazione culturale e spirituale (p.331-345), lo sbocco nelle opere di compassione e di educazione (p.346-368) precedono le pagine sulle linee specifiche della spiritualità di Bernières (369-379). Che mi sia permesso di suggerire alcune correzioni, lasciando da parte, osservazioni grammaticali, stilistiche o linguistiche. La manifestazione anti-giansenistica dei discepoli dell’Eremo nella città di Caen “sommariamente vestiti, al limite della decenza” (p.331, cf. p.351-352). Si ricorderà che nel XVII° secolo, “nudo, in camicia” deve intendersi “senz’abito (ma con delle calze). L’abito è una tenuta completa, come attesta Molière per Monsieur Jourdain: il suo abito, è il suo farsetto, i suoi calzoni, le sue calze…..ecc. (cf. Abbé E. Laurent, Monsieur de Bernières-Louvigny, Caen, Chénel, 1872 p.151: “ I giovani solitari….lasciarono scoppiare senza ritegno, abbandonandosi a delle manifestazioni inconvenienti, l’odio che portavano al Giansenismo”; p.155: fermandosi ai crocicchi, le mani giunte sul petto, si mettevano a gridare: “Pregate Dio per la città di Caen, che è piena di giansenisti”…. Il loro aspetto e i loro gesti, i loro vestiti in disordine (perché i preti erano senza colletto e i laici senza cravatta) causavano un grande stupore nel popolo”). Alla pag. 336, verrà corretta nell’ultimo paragrafo “fausse” comune in “fosse” comune. Renty muore nel 1649, a 38 anni, il 24 aprile, e non nel 1659 (p.341). Infine, p.344, le date del P. de Caussade sarebbero le benvenute (1675-1751). Si potrebbe anche discutere (p.359) le affermazioni circa la percezione di S. Vincenzo de Paoli e di S. Giovanni Eudes nel XVIII° secolo.

Dominique Tronc, editore dei testi mistici dell’epoca moderna, e tra gli altri quelli di Jean de Bernières, (Œuvres Mystiques, t. I, Ed. du Carmel, Toulouse 2011, t. II, Correspondance, con la collaborazione di Dom Eric de Reviers, in via di pubblicazione dal Centre Saint Jean de la Croix, Mers-sur-Indre) riprende qui la sua introduzione: “ Jean de Bernières, fonti e influenze sulla storia della spiritualità” (p.381-421). L’erudizione dell’autore e il suo campo di ricerche gli permettono di segnalare il suo esposto in tre tempi: 1) il successo editoriale “post mortem” (p.382-389); 2) l’influenza degli amici spirituali al XVII° secolo (p.389-407); 3) le risorgive del XVIII° secolo ai nostri giorni (p.407-421).

La IV parte si apre con l’importante studio di Padre Eric de Reviers: “Jean de Bernières, ritratto spirituale a
partire dalla sua corrispondenza e dalle sue note spirituali” (p.425-569), seguite dall’antologia “ Testi di Jean de Bernières letti nella chiesa Saint Jean di Caen il 13 giugno 2009” (p.571-576). Il ritratto è compilato sotto tre titoli: “un povero eremita nascosto al fondo della sua solitudine” (p.431-452), Maestro del Santo Abbandono e dell’infanzia spirituale (p.452-477), Cantore dell’orazione contemplativa (p.477-569). Presentare Bernières come direttore e confidente di Saint Jean Eudes (pag. 427) evidenzia un apprezzamento eccessivo. Avevo affrontato questa questione nella mia comunicazione.

Alle p.383 e 441, si correggerà la data della morte di Jourdaine de Bernières (1596-1645). Ella muore nel 1645 e non nel 1670. Il P. Joseph (e non Jean come indicato p.8) Racapé, archivista degli Eudisti presenta: “ Fonti Bibliografiche. Il “paesaggio mistico normanno” affrontato da Charles Berthelot du Chesnay, eudista” (p.577-582). Un bel omaggio al sapiente storico eudista e alle sue cartelle e note su Bernières, in un’opera la cui compiutezza di stampa (p.595) precede di quattro giorni il centenario della nascita del P. du Chesnay (10 agosto 1913 – 4 agosto 1975).

Dominique Tronc compila il catalogo “Dalle edizioni antiche alle edizioni contemporanee” (p.583-588) prima della presentazione degli autori (p.589-590) e l’indice dell’opera.

Si vede: il volume oltrepassa di molto le comunicazioni e testi letti il 13 giugno 2009 (J.A Dickinson, I. Landry-Houillon, J.-M. Gourvil, D. Tronc). Abbiamo un eco della visita dei luoghi e del quartiere dell’Ermitage condotta da Suor Marie-Françoise Le Brizaut, ndc., nelle mappe e fotografie delle pp.328-329. Siamo gradito alla collana Mectildiana e ai suoi direttori l’aver accolto questo sostenuto volume. Forse certe ripetizioni avrebbero potuto essere evitate. Forse la condanna degli scritti di Bernières (dall’Indice, dal 1689 al 1728) illustra il famoso adagio: il destino – per vendicarsi dei grandi uomini – ha dato loro dei discepoli.

Daniel Dorè, C.I.M.




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