Chi accoglie nel cuore lo Spirito Santo avrà una pace solida e senza fine, a differenza di chi sceglie di confidare in modo “superficiale” nelle tranquillità offerte dal denaro o dal potere. È l’insegnamento che Papa Francesco ha proposto all’omelia della Messa mattutina celebrata in Casa Santa Marta. Il servizio di Alessandro De Carolis:
La pace delle cose – i soldi, il potere, la vanità – e la pace in Persona, quella dello Spirito Santo. La prima sempre a rischio di svanire – oggi sei ricco e sei qualcuno, domani no – e la seconda che invece nessuno “può togliere” e che è dunque pace “definitiva”. L’omelia di Papa Francesco è come un passaggio sulle due sponde di uno dei desideri più grandi dell’umanità di ogni tempo. Lo spunto viene da una pagina del Vangelo di Giovanni, proposto dalla liturgia del giorno. Gesù sta per affrontare la Passione e prima di andare annuncia ai discepoli: “Vi do la mia pace”. Una pace, osserva il Papa, che differisce completamente dalla “pace che ci dà il mondo”, perché “un po’ superficiale”, di una “certa tranquillità, anche di una certa gioia”, ma solo “fino a un certo livello”:
“Per esempio, ci offre la pace delle ricchezze: ‘Ma, io sono in pace perché ho tutto sistemato per vivere, per tutta la mia vita, non devo preoccuparmi…’. Questa è una pace che dà il mondo. Non ti preoccupi, non avrai problemi perché tu hai tanto denaro… La pace della ricchezza. E Gesù ci dice di non avere fiducia in questa pace, perché con grande realismo ci dice: ‘Guardate che ci sono i ladri… I ladri possono rubare le tue ricchezze!’. Non è una pace definiva quella che ti dà i soldi. Anche pensate che il metallo pure si arrugginisce, no? Cosa vuol dire? Un crollo della Borsa e tutti i tuoi soldi se ne andranno! Non è una pace sicura: è una pace superficiale, temporale”.
E con lo stesso disincanto Papa Francesco soppesa altri due tipi di pace mondana. La prima, quella del “potere” che pure – dice – “non funziona”: un colpo di Stato te la toglie”. Pensate, soggiunge, a che fine ha fatto la “pace di Erode” quando i Magi “gli hanno detto che era nato il Re d’Israele: quella pace se n’è andata via subito!”. Oppure la pace della “vanità”, che Papa Francesco definisce una “pace di congiuntura, “oggi sei stimato e domani sarai insultato”, come Gesù tra la Domenica delle Palme e il Venerdì Santo. Di tutt’altra consistenza è invece la pace che dona Gesù:
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